Pasta fresca alla chitarra, lo scoglio pallido!!!!!!
Scoglio pallido, dovuto al fatto di non utilizzare del fard, no scusate del pomodoro a dar colore, ma soprattutto per il fatto che gli ingredienti che bastavano a malapena per condire un piatto, sono sbiancati all’improvviso alla notizia di doverne condire ben tre, ma niente paura, seguitemi nel racconto e nella preparazione della ricetta, per scoprire cosa succede.
Cibo, = convivialità, cibo, = cultura, cibo, = tradizioni, cibo, = nutrimento, cibo,= spensieratezza ed allegria, intorno ad una tavola imbandita non e insolito ritrovarsi e raccontarsi, discutere, spiegarsi, e stringere patti ed amicizie, ed e bello trovarsi e ritrovarsi gustando ottime preparazioni, il cibo e questo e tanto altro.
Il perché di questa prefazione, non so, ma forse si lo capiremo con il proseguio.
Venerdì da solo, un saluto all’amico pescivendolo e una piccola spesa per il pranzo poca roba uno scoglietto per condire un piatto, una cosina veloce veloce, si rientra a casa e si sistema il pescato acquistato, mentre decido il formato di pasta, ecco che arriva la telefonata, non sono più solo ma saremo in tre, e adesso!!!!! Moltiplicare i pesci proprio non mi riesce, eppure ci ho provato più di una volta, che si fa in queste occasioni, ed eccola presentarsi lei la convivialità, dividere con chi si vuole bene, con gli amici e chi con loro quel che si ha, poco che sia faremo in modo che basti.
Lunga la prefazione di oggi vero, ma a noi piace condividere anche questo, adesso però spostiamoci ai fornelli per compiere la nostra magia.
Ingredienti:
Pescato fresco, due mazzancolle, otto gamberetti, tre canocchie, dieci cozze, e una manciata di vongole lupini, per concludere con un bel calamaro verace bello grosso, olio evo, aglio, prezzemolo, vino bianco, sale e peperoncino, ma sempre e solo per chi piace, per la pasta visto il condimento un po’ scarsino, pensavo ad una chitarrina di pasta fresca da fare al momento, quindi semola rimacinata di grano duro, olio sale e acqua quanto basta.
Execution:
Impastiamo velocemente della semola di grano duro rimacinata con un filo d’olio sale e acqua tiepida quanto basta, formato un bel panetto liscio lasciamolo a riposare per un po’, puliamo per bene il calamaro verace, tagliamo in quattro nel senso della lunghezza la testa con i tentacoli, le piccole alette sul corpo sminuzzate piccolissime, la parte grossa e carnosa del nostro calamaro la dobbiamo tagliare a striscioline strettissime sempre per il senso della lunghezza, ottenendo cos’ tanto calamaro da sembrare averne tre o quattro, teniamo da parte il calamaro e proseguiamo, le canocchie, dopo aver tagliato le estremità con i piccoli occhi, tagliamo la testa e la coda, stessa cosa facciamo con le due mazzancolle, anche i piccoli gamberetti subiranno la stessa operazione ed ecco che abbiamo le teste code dei crostacei, che teniamo da parte, le code dei gamberi e delle mazzancolle dopo essere state liberate dal loro carapace le tagliamo a pezzetti, dopo aver anche tolto il filo nero dell’intestino, subito in frigo, le canocchie due, benché grandi e piene sempre due, le tagliamo ricavandone sei pezzi senza togliere il carapace, anche loro in frigo, vi ricordo che le carni delle canocchie sono delicatissime e vanno sempre tenute in frigo fino all’ultimo.
Padella ampia con olio evo e spicchio di aglio aggiungiamo tutto il calamaro preparato come descritto e un po’ di sale, portiamo sul fuoco a fiamma vivace e scottiamolo molto velocemente pochissimi minuti, tre quattro dal momento che il tutto prende calore, quando diventerà tutto bianco candido sarà pronto, togliamolo velocemente dalla padella e teniamo da parte, il calamaro come tutti i cefalopodi hanno delle carni molto particolari, per renderli tenerissimi cuciniamoli tantissimo, oppure due tre minuti, avremo si due consistenze diverse ma sempre tenerissime in caso contrario ci ritroveremo nel piatto un prodotto ciccoso gommoso e immangiabile.
Utilizzando la stessa padella con ancora un po’ di liquido rilasciato dal calamaro lasciamo rosolare con ancora un goccio di olio evo le teste e le code dei crostacei, rosoliamo bene e saliamo, quindi sfumiamo con del vino bianco e dopo aver lasciato evaporare aggiungiamo un paio di mestoli di acqua, abbassiamo la fiamma copriamo e lasciamo cuocere per tutto il tempo che ci servirà per preparare la pasta fresca.
Ricaviamo le sfoglie dal panetto di pasta che ha riposato e quindi procediamo al taglio utilizzando la chitarra, stendiamo sul tagliere la pasta e lasciamola asciugare un po’, portiamo sul fuoco una pentola con abbondante acqua e lasciamo raggiungere il bollore, intanto nella padella che sobbolle con le teste dei crostacei aggiungiamo le cozze le vongole e le canocchie tagliate a pezzi con tutto il carapace, torniamo a coprire, saliamo l’acqua che sobbolle e caliamo gli spaghetti alla chitarra, basteranno circa tre minuti dal bollore, scoliamo la pasta bene bene e tuffiamola in padella aggiungendo insieme la polpa sminuzzata dei crostacei e il calamaro scottato in precedenza, una buona dose di prezzemolo tritato saltiamo per amalgamare, lasciando il tutto un po’ brodoso, quindi impiattiamo e con attenzione facciamo in modo da distribuire un po’ di tutto in ogni piatto, guarniamo con ancora del prezzemolo fresco e del peperoncino ma solo per chi piace, serviamo e gustiamo insieme questo semplicissimo primo di mare pallido e con pasta fresca.
Flaviano alias dal legno ai fornelli come sempre vi saluta e vi da appuntamento alle prossime ricette, che trovate dettagliate nell’esecuzione sul blog di cucina www.dallegnoaifornelli.com
P.S.
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ciao da Dal legno ai fornelli