Cappellacci del brigante al sugo finto.
Premessa sul sugo finto, dicesi sugo finto un ragù con
passata di pomodoro e pelati, solo pelati oppure sola passata, spicchio di
aglio e olio evo, far cuocere a fiamma bassa per almeno un ora e mezza.
Nella ricetta e
inserito un brevissimo video tutorial per realizzazione del formato a cappello
di brigante.
I cappellacci del brigante, il formato di questa pasta e
diciamo a onor di cronaca un po’ inusuale e forse unico, utilizzata dai pastori
molisani, la forma data alla pasta ricorda un cappello che ricorda un copricapo
utilizzato dai pastori durante il loro accudire il gregge e soprattutto durante
le lunghe giornate trascorse in transumanza, pratica di cura del bestiame che
veniva spostata nei mesi invernali dalle montagne alle pianure più ricche di
pascolo e viceversa dalle pianure alle montagne in primavera quando i pascoli
montani erano rigogliosi di erba foraggio fresco e unico. Si attribuisce al
copricapo il suo utilizzo da parte dei (briganti) che si nascondevano nelle
zone impervie e montuose, ma questa e un altra storia che racconteremo forse in
altri argomenti.
Alla pasta di sola
semola di grano duro veniva appunto data la forma di un cappello dalle larghe
falde e che finiva con un cono spesso afflosciato dall’usura del tempo e dalle
sue vicissitudini, ricorda anche il cappello utilizzato nei racconti fiabeschi
dalle streghe e dalle befane.
Si racconta che questo formato di pasta veniva utilizzato
nei giorni di festa come la domenica durante la transumanza sia dai pastori che
dai briganti, la pasta veniva condita da un ricco ragù di carne, realizzato con
carni di animali feriti durante l’impervio cammino e quindi macellati, pecore
castrati e piccoli vitellini.
L’impasto prevedeva esclusivamente l’utilizzo della semola
di grano duro impastata con acqua un filo d’olio e un pizzico di sale.
Ma veniamo alla nostra interpretazione di questa antica
ricetta molisana.
Ingredienti:
Per la pasta
Semola di grano duro acqua olio evo e sale.
Per il condimento, passata di pomodoro, conserva di pomodori
pelati, sale olio aglio alloro.
Per l’impiattamento non deve mancare del pecorino
grattugiato oppure del formaggio di latte vaccino stagionato.
Execution:
impastiamo la semola con acqua, trecento grammi di farina e
centotrenta di acqua, un filo di olio evo e un pizzico di sale. Ottenuto un bel
panetto liscio e omogeneo teniamolo da parte a riposare almeno una mezz’ora.
Prepariamo il nostro sugo finto, olio evo in pentola con uno
spicchio di aglio, lasciamolo dorare per bene e togliamolo, quindi versiamo la
passata di pomodoro oppure i pelati frullati o entrambi con anche una
fogliolina di alloro lasciando cuocere a
fiamma bassa per almeno un ora e mezza.
Mentre il ragù finto cuoce occupiamoci della pasta,
ricaviamo delle sfoglie dall’impasto non troppo sottili e con l’aiuto di un
coppapasta dal diametro di circa cinque sei centimetri, otteniamo i dischetti,
che avvolgeremo intorno al dito indice, ottenendo un cono, risvoltiamo la base
per far venir fuori la larga falda, per questo servitevi del breve video
tutorial presente nella ricetta.
A me non resta che augurare buon pranzo e darvi appuntamento
alla prossima ricetta, un abbraccio dal vostro Flaviano alias dal legno ai
fornelli.
Commenti
Posta un commento
ciao da Dal legno ai fornelli